Da: Gustavo Valente
DIZIONARIO DEI LUOGHI DELLA CALABRIA

BRANCALEONE

Abitanti 4245 (censimento 1951), composto dalle frazioni di Brancaleone Marina (3375), Galati (645), Pressocito (225); le quali comprendono, rispettivamente, Brancaleone Marina (2041), Ettaro (345), Razzà (415), Pantano piccolo (74) e case sparse (ab. 500), Galati (588) e case sparse (57), Pressocito (143) Mastrantonio (42) e case sparse (40).
Il territorio, Kmq. 35,91, confina con quelli dei comuni di Bruzzano Z., Palizzi e Staiti, e col mare Jonio, ed è nel versante sud-orientale dell'Aspromonte, nella fascia costiera fra Capo Spartivento e la fiumara di Bruzzano. Da un agglomerato, pare di origine greca, comunque abitato in epoca remota, detto Sperlinga e poi abbandonato per dar vita ad un altro in posizione più elevata e più sicura, forse al tempo delle invasioni Saracene, pare che abbia preso origine Brancaleone, allorché il pericolo di frane che continuamente minacciava il paese costrinse gli abitanti a ridiscendere verso la costa e ad insiedarsi ove poi prosperò il nuovo paese.
Capoluogo di Baronia che comprendeva Staiti, fu possesso delle famiglie: Ruffo, d'Aragona d'Ajerbe (1515-1565), Spinelli di Scalea (1565-1571), del messinese Cristofaro La Rocca (1571) che lo vendette a Dianora Stayti Spatafora che lo comprava per il figlio Andrea, nella cui famiglia, che nel 1606 vi ebbe il titolo di Marchese, rimase fino al 1674, anno in cui, per successione, passò ai Carafa di Bruzzano, i quali lo tennero fino all'eversione della feudalità (1806).
Il terremoto del 1783 vi fece danni per 25 mila ducati. L'ordinamento amministrativo disposto dal Generale Championnet nel 1799 l'includeva nel cantone di Bova, la legge francese del 1806 lo dichiarava Luogo del cosiddetto Governo di Bianco. Il riordino del 1811, col quale venivano istituiti i comuni lo riconosceva tale ponendolo nel circondario di Staiti. Sulla sua spiaggia il 13 settembre del 1861 sbarcò il carlista Josè Boires per tentare la riconquista del Regno dei Borboni. Danneggiato ancora dal terremoto del 1905.
Il vecchio abitato conserva in parte la sua struttura antica di borgo fortificato. La parrocchiale dell'Annunziata, più volte rifatta, conserva(va) un pregevole portale del tardo '500, alcuni altari interessanti e pregevoli oggetti e arredi sacri. Nei pressi si trovano le chiese-grotte di Sperlinga, abitate dal tempo dei monaci basiliani, che conservano scarsi resti di affreschi dei sec. X-XIII.
Fonti principali dell'economia sono il gelsomino, per la cui raccolta, nell'estate, concorrono oltre mille donne provenienti da paesi vicini, ed il bergamotto. Ma agrumi, frutta, olive e grano, oltre che l'allevamento di bestiame ovino, bovino e suino, contribuiscono all'attività agricola. L'industria è presente con una fabbrica di acque gassate (?) ed una impresa per la lavorazione del marmo. Un tempo è stata importante zona di caccia di cervi, cinghiali e istrici.
Brancaleone Marina è sorto come germinazione del vecchio centro, in via di progressivo abbandono a causa delle continue frane che minacciavano la stabilità.
Nei persi, resti di una torre del sistema difensivo costiero (sec XVI).
Nel 1532 contava 170 fuochi, 185 nel 1545, 105 nel 1561, 83 nel 1595, 88 nel 1648, 54 nel 1669, risaliti ad 88 alcuni anni dopo. Verso la fine del XVIII sec. contava 550 ab., passati a 637 nel 1815, 666 nel 1821, 740 nel 1830, 772 nel 1852, 1.100 nel 1861, 1.323 nel 1871, 1.474 nel 1881, 2.378 nel 1901, 2.838 nel 1921, 3.297 nel 1931, 4.543 nel 1951.